Il turco Dimezzato
Un maxi Bignè godurioso che consola da tutte le guerre vinte dalle donne, un'apoteosi del gusto, una iperbole divina e sconvolgente, a riprova che i vinti lasciano il territorio ma non l'anima dei vincitori. I sciclitani hanno vinto sui Saraceni ma la cultura araba domina ancora il linguaggio e la cucina siciliana, una ricchezza senza precedenti che fa del territorio ragusano con Modica e Scicli, Comiso e Vittoria, uno dei territori più ricchi del mediterraneo, putroppo vittima di una economia dimezzata da una politica incapace. Citando Calvino, ho pensato a questo dolce come una figura retorica metonimica, una citazione rimossa di un pezzo mancante: la testa di turco è mozzata, figura cruenta e mostruosa diventa libidine zuccherosa, per esorcizzare la paura dell'invasore e del diverso e diventare simbolo di pace e di purificazione: tenero, affettuoso, amabile da gustare con un cucchiaino di fronte alla luna.
- 350 gr Farina 00
- 100 gr Strutto
- 5 Uova
- 350 gr Ricotta di pecora
- 100 gr Acqua
- qb Zucchero
- un pizzico Sale
- a scaglie Ciccolato Modicano
In un tegame fate sciogliere lo strutto insieme all'acqua, dolcemente
Raggiunta l’ebollizione, unite lo strutto alla farina che avrete disposto sul piano di lavoro nella classica forma a fontana
Incorporate le uova, un pizzico di sale e iniziate a mescolare gli ingredienti fino a ottenere un composto omogeneo e morbido la classica pasta choux (per dirla in francese nel passato abili a rubare quadri e ricette agli italiani)
Mettetelo in una sac à poche (sempre gli stessi francesi) e create delle montagne enormi sistemandole man mano su una placca unta.
Infornate a 180-200°C per circa 30-40 minuti.
Nel frattempo lavorate la ricotta insieme allo zucchero, fino a ottenere un composto soffice
Incorporate le scaglie di cioccolato e utilizzate la crema per riempire le teste di turco una volta sfornate, tiepidite ed aperte.
Lasciate quindi riposare qualche minuto in frigorifero prima di servire
Che la battaglia abbia inizio la mia è finita crollando in una sdraio di fronte a sole di sicilia inabile e felice