Gli occhi: il cibo che vedo

Cucina Mediterranea

Gli occhi: il cibo che vedo è food porn.

Il gusto subisce inesorabilmente le influenze del tempo, delle tendenze, della dietetica, della disponibilità economica, della materia prima, ma io dico, soprattutto dei Media. Il gusto è effimero e personale, attraverso le ricette si tende a renderlo oggettivo e storico. Le ricette oggi sono immagini. Immagini ad alta definizione spesso molto più belle del cibo mangiato. Si mangia sempre più con gli occhi, per questo parliamo di Food Porn, il voyerismo del cibo.
Il cibo è “Pop“, il food è “Porn“, ho letto da qualche parte, penso che sia corretto perché il cibo si mangia mentre il food si guardaTelevisione, fotografia, smartphone, tablet,  strumenti digitali potentissimi nella simulazione e nel trasportare, in tempo reale,  sempre più informazioni a migliaia di persone, immagini più veri della realtà,  con la patetica illusione di nutrirsi di succulenti piatti mediatici. Sughi e salse traboccanti, formaggi colanti, spruzzatine di colore, gesti artistici di una isteria collettiva che vuole godere con tutti i sensi di emozioni intense, senza nessun sforzo, nessuna conquista, nessun puzzo di aglio e cipolla, guardando dietro la finestra di un display a retina multi-touch. Sono spariti dalla storia le galline sgozzate dei nonni, il lancinante grido del maiale accoltellato, la carne sgocciolante di sangue, l’occhio vitreo e pietoso delle Sarde, il coniglio tremolante ucciso da un colpo alla nuca.
Ma che schifo!
Vellutato, balsamico, glassato, lucido, succulento, caramelloso, cremoso, un cibo che ti viene voglia di toccare, assaggiare, mettere in bocca. Ma se lo tocchi con un dito parte lo zoom del mio Iphone. Ancora più grande, immenso nei suoi dettagli provocanti, scatena un desiderio che stimola un altro tocco, un altro zoom, perdo i sensi nei pixell.  Dove è finita la Terra che avvolge le Patate? Il “food porn” è il cibo da mangiare con gli occhi, non importa se salutare e nutriente l’importante che sia godurioso ed erotico di salse e olio colante. Le pentole sono state sostituite dalle macchine fotografiche digitali e le nostre posate sono diventati smartphone. Prima si fa una foto e dopo si mangia. Un buon Cuoco oggi principalmente è un buon fotografico. I professionisti hanno il food stylist, quelli come me un manuale di istruzione di una macchina fotografica configurata in automatico.
Il cibo fotografato esposto è un peccato di gola ammiccante tra panna, uova, burro, cioccolato e zucchero, perché diventi trasgressione e talvolta perversione consapevole e costosa. Si ancheggia, sia assaggia più con le labbra che con la bocca, si ammicca con occhi languidi, godendo tra nuvole di panna montata, nelle Prime Time Tv, con descrizione e rappresentazione di cose oscene ed immangiabili. D’altronde l’Esibizionismo è necessario se vogliamo il voyeurismo.
Infine facciamo colare il cibo sul nostro corpo perché si possa raggiungere l’apice della perversione per una ricetta di cannibalismo estetico. Ritorniamo al Sacrificio, ritorniamo alla terra, al mare, ritorniamo a parlare con la natura che ci nutre, ritorniamo prima che sia troppo tardi, ritorniamo prima di finire tutti dentro una scatoletta di tonno.

Non sono un praticante ma in questo momento sto pensando all’ostia Eucaristica, un “benedetto” pezzo di pane che toglie tutti i peccati del mondo. Se volete l’erotismo a tutti i costi fate come me, infilzate un pisello.

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