Il racconto del cibo: il linguaggio è espressione ma è anche ingrediente. La mia cucina non dovrà essere solo buona da mangiare, dovrà essere soprattutto buona da pensare!
I miei piatti non sono finti, non sono colorate con i coloranti come per una esposizione, non hanno trucco, sono sempre sincere, sincere perché sarà il cibo quotidiano, come se fosse il cibo della famiglia, dei miei amici, delle mamme, un cibo che verrà mangiato e non fotografato.
Ho una naturale riluttanza per gli ornamenti, le decorazioni, e salse usate come capricci cromatiche, i dripping, le schiume, le arie, le creme a specchio, i fiori eduli, i coralli, le sabbie, le cialde, i gel, i drappeggi da stellato sbandierati in televisione e nelle foto digitali. L’abitudine a fotografare i piatti e la necessità di comunicarli tramite immagini rende imperioso il senso dell’estetica e del bello ma io all’estetica preferisco l’etica.
Nella mia carriera di Executive Chef, ho abbracciato “Il racconto del cibo” come principio cardine, dove il linguaggio culinario non è solo espressione di sapori, ma anche di storie. Ogni piatto che creo è una tela sulla quale dipingo con ingredienti selezionati, unendo gusto e tradizione in un dialogo sensoriale che parla all’anima. La provenienza di ogni elemento, la sua preparazione e la sua presentazione sono capitoli di un racconto più ampio, che celebra la ricchezza della cultura gastronomica. La mia dedizione si manifesta nell’arte di trasmettere queste narrazioni, invitando i commensali a un viaggio culinario dove ogni assaggio è una parola, ogni piatto è una frase, e ogni pasto è un poema memorabile.
Nella mia veste di Executive Chef, l’etica del cibo rappresenta il fulcro della mia filosofia culinaria. Credo fermamente nella responsabilità di ogni scelta, dalla sostenibilità delle fonti dei miei ingredienti alla loro tracciabilità, fino al rispetto per l’ambiente e per le comunità produttrici. Ogni piatto che concepisco è il risultato di una riflessione profonda sull’impatto che il cibo ha sulla nostra salute e sul nostro pianeta. In cucina, pratico e promuovo un approccio olistico che considera equità, benessere e qualità come ingredienti imprescindibili. La mia missione è quella di nutrire non solo il corpo ma anche la coscienza dei miei ospiti, offrendo loro un’esperienza che sia al contempo deliziosa e moralmente consapevole.