Riso Venere con funghi shitaki e cavolo nero
Mi convinco sempre di più del fatto che non so cucinare! E sapete perché? Perché non so fare le foto. Ho sempre odiato fare foto. Per due motivi: primo perché mi fanno vivere emozioni interrotte da pause e pose, e abbassano la mia intensità sensoriale, e poi mi ricordano troppo la morte, ovvero peggio ancora la sostituzione. Qualche volta la fotografia quella artistica, è vero ti permette di vivere una emozione interpretata che altrimenti non avresti mai vissuto. Comunque la fotografia in generale, quella di FaceBook per intenderci, ti fa vivere per procura un emozione. Per dirla con Barthes è “amorosa e funebre” allo stesso tempo. Amorosa perché il suo referente (quello che si vede) è vero, funebre perchè è falso, non è esiste. Parliamo di fantasmi dunque. Le persone muoiono per un istante mettendosi in posa, gli oggetti acquistano l’eternità, il cibo diventa bello ed insapore. Diciamo “mangiamo con gli occhi”, ma cosa succede se cuciniamo solo per gli occhi? Succede che non cuciniamo esponiamo natura morta. Le abilità non sono più in cucina ma nella macchina fotografica e nell’esposizione. Ecco perché il riso Venere riscuote tanto successo, abbiamo bisogno di nero, di tanto nero per le fotografie.
Riso Venere con funghi Shitake e cavolo nero
Ingredienti
- 400 gr Riso Venere
- 100 gr Funghi freschi Shitaki
- 300 gr Cavolo nero
- 50 gr Carota
- 25 gr Cipolla
- 1 spicchio Aglio
- 25 gr Sedano
- 25 gr Patata
- qb Chiodi di garofano
- qb Mazzetto aromatico
- qb Olio Evo
Alternative all'Olio EVO
- qb Burro Ghee
- qb Gorgonzola
Istruzioni
- Le istruzioni a chi interessa basta chiedermele via email a Vi ricordo che ho formulato tre versioni con tre grassi diversi per la mantecatura .
- Il primo con Olio d'Oliva e non ha bisogno di presentazioni. Il secondo con il Burro Ghee, sarebbe il nostro burro chiarificato epurato dall'acqua e dal lattosio, considerato dalla medicina Indiana Ayurveda come una panacea di tutti i mali. Mentre il Gorgonzola per i più viziosi, per quelli che amano dire "di qualcosa bisogna pur morire" sicuramente il più buono ma il meno salutare, da consumare con moderazione.