Il veleno è la dose
Paracelso, “Nulla è di per sé veleno, tutto è di per sé veleno, è la dose che fa il veleno.”
Insomma, il veleno è la dose, d’altronde è il serpente attorcigliato intorno a un bastone che simboleggia Asclepio, dio greco della medicina. Tutto è commestibile non secondo palato, ne secondo la vista e nemmeno secondo odore. Esistono veleni incolore ed insapore ed esistono cibi straordinari che soggettivamente “puzzano”. Ecco perché il cibo è cultura, conoscenza, sapere.
Il gusto fa parte della nostra educazione e della nostra sensibilità, il gusto è l’interiorità del nostro passato che si lega all’oralità, al nostro essere più profondo e primitivo, il gusto diciamo che è la nostra infanzia, è la nostra conoscenza del mondo. Tutto è commestibile, abbiamo la fame della scoperta, siamo ricercatori impavidi e temerari, è la fame del mondo che ci divora dentro. La bocca è il nostro primo strumento di conoscenza. Quel gusto, senso di caldo-freddo, dolce-amaro, salato-insipido, e inspiegabilmente buono-cattivo ed infine commestibile-velenoso, nasce da mangiare spesso la Terra… già la terra Madre.