La stupidità del cervello: un dittatore a tavola.
La rimozione totale dell’intestino, o meglio dall’esofago in giù, ci rende essere decollati. Sembra che nell’alimentazione umana esista solo la testa: si guarda, si annusa, si assaggia, si ingoia. Da questo momento in poi perdiamo il controllo totale del nostro cibo. Che sia bello, che sia profumato, che sia gustoso, il cibo finisce per diventare un’estetica del gusto. Tutte le tecniche in cucina hanno come scopo quello di raggiare la parte razionale del cervello incantando con lusinghe sensoriali la parte più emozionale ed arcaica, diventiamo bambini capricciosi con il desidero della pappa buona. Questa truffa perpetrata ai danni del nostro corpo si consuma ogni giorno davanti agli scaffali della grande distribuzione e sulle tavole di tutti quei cuochi che hanno capito come funziona l’appetito ed il gusto. Tecniche da laboratorio scientifico si sono impossessati della cucina, spesso simulando le complicate operazioni digestive che compie il corpo sugli alimenti che mangiamo. I cuochi per farla breve, e le industrie alimentari mangiano il cibo al posto nostro, questo alla fine è il risultato, per creare combinazioni sempre più sofisticate, sempre originali sempre più brevettabili. Già perchè il cibo non è brevettabile e non crea economia di valore. Per far pagare 150 euro nel mio ristorante debbo creare qualcosa di irripetibile e di irraggiungibile.
Mangiamo con la testa e non con il corpo. Ma che fine fa il cibo dopo averlo ingoiato? Semplice attraversa il nostro corpo dalla cima in fondo e gran parte raggiunge le nostre cellule per nutrirle dopo essere stato scomposto in unità molecolari. Un cibo possiamo definirlo “buono” dopo che ha compiuto tutto il suo ciclo digestivo, compreso quell’atto quotidiano di cui nessuno osa parlarne e meno che mai i cuochi di pulizia delle scorie.
L’intestino è il nostro alleato della salute, tenerlo pulito e funzionante significa curare tutto il nostro corpo. Molti pensano all’intestino come un organo deputato alla digestione del cibo, in verità per il profondo legame che ha, da un punto di vista nervoso con il cervello è un organo determinate per lo stato d’animo. Un intestino sano vuol dire anche equilibrio da un punto di vista mentale ed energetico. Spesso le nostre cattive abitudini alimentari impegnano gran parte dell’energia del cibo che mangiamo per digerire. Digerire senza appesantire i nostri organi significa, dormire bene, essere in forma e soprattutto fare il pieno di energia. Per avere una vita salutare e sana bisogna accompagnarla oltre che con una buona alimentazione anche con una buona attività fisica. Eccessivo gonfiore intestinale e pesantezza, sonnolenza dopo i pasti, mal di testa, stanchezza, bruciori di stomaco, dolori intestinali, stipsi ecc sono solo alcuni dei sintomi che ci indicano che qualcosa non funziona.
Uno dei motivi più frequenti di questi malesseri è l’uso eccessivo di farine raffinate e lievitate. La concentrazione eccessiva, negli ultimi decenni, dell’uso del grano, nella forma raffinata e lievitata è stata la causa principale delle cosiddette malattie autoimmuni di cui la celiachia probabilmente è quella più diffusa. Per arginare questo fenomeno, che colpisce sempre più giovani, bisogna incentivare la biodiversità alimentare. L’uso di cereali quali Farro, Avena, Orzo, Segale ma anche Riso e Grano purché integrali e di varietà biologica diversa, aiutano a contrastare l’insorgenza di gran parte di questi disturbi. Da un punto di vista nutrizionale sono ricchi di antiossidanti, vitamine e minerali, ma soprattutto di fibre.
Le fibre sono fondamentali per una corretta alimentazione, la loro azione consiste nel limitare l’assorbimento intestinale di colesterolo ed a contrastare eccessi insulinici nel sangue. Il ciclo biologico delle fibre è molto semplice: i batteri intestinali li fanno fermentare, trasformandoli in acidi grassi a catena corta, i quali, una volta assorbiti, inibiscono la sintesi epatica di colesterolo. Alimentarsi soprattutto con cereali come Farro ed Avena significa combattere il colesterolo LDL (cattivo), anche perchè ricchi di betaglucani , fibre (polisaccaridi) presenti nella crusca dei chicchi che permette di eliminare con maggior facilità il sovrappeso accumulato.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è l’abbinamento tra farine bianche e lievito, perchè è una delle maggiori cause delle intolleranze alimentari. Dunque diversificare l’alimentazione non solo da un punto di vista dell’utilizzo degli ingredienti ma anche della lavorazione. Limitare l’uso di farine bianche e l’uso di cibi fermentati è uno dei principi basilari per una alimentazione corretta. Non necessariamente bisogna essere intolleranti ai lieviti o al glutine per preferire cibi senza lievito e farine integrali. Tenere periodicamente sotto controllo i cibi fermentati, in generale, significa aiutare la nostra flora batterica intestinale, e quindi la nostra salute. Non mangiare lieviti, non significa solo farina lievitata, forse non lo sappiamo ma è più estesa la gamma degli alimenti da controllare quando esista una infiammazione da cibo dovuta a lieviti e sostanze fermentate.
Quindi: Yogurt, Aceto, Soia, Vino, Formaggi, ecc ma anche alimenti esposti all’aria per troppo tempo. Anche quando arriva l’intolleranza ai lieviti dopo tutto non è una tragedia…con la dieta corretta in poco tempo riesce a farci riacquistare la leggerezza di un tempo, così da poter mangiare nuovamente tutti quegli alimenti per i quali adesso siamo intolleranti. La fermentazione del cibo può avvenire anche dopo averla mangiato per questo è importante masticare bene. Il cibo non masticato ristagna più tempo nel nostro tratto intestinale e fermenta. Bere molta acqua possibilmente lontano dai pasti è altro segreto per agevolare il nostri intestino e liberare l’organismo da un eventuale sovraccarico. Così come camminare subito dopo i pasti ed evitare di mangiare prima di andare a letto la sera. Una ricetta a base di Borragine, grande alleata della salute ed del gusto.
Cassatelle di Borragine e ricotta con salsa di Pistacchio
Ingredienti
- 500 gr Farina integrale di grano Russello
- 1 kg Borragine
- 250 gr Ricotta di pecora o mista
- 5 Uova
- 200 gr Pistacchio di Bronte
- qb Olio Evo Ibleo
- 200 gr Pane raffermo di grano duro
- qb Erbe aromatiche
- qb Sale
- qb Pepe