Les fleurs du mal: Jougurt e frutti di bosco

Per casa, qua e là, appoggiati distrattamente, su luoghi disparati ed imprevedibili, giacciono libri, dimenticati o forse meglio seminati. E come un contadino raccolgo preziosi frutti, aprendo pagine a caso, alla ricerca di un giornaliero destino parole che mi illuminano il cammino (per bacco! mi è scappata la rima, che pena! Ridicolo…la cancello… ma no la lascio).

L’IRRIMEDIABILE [half] I.
Un’Idea, una Forma, un Essere
partito dall’azzurro e caduto
in un Stige, melmoso e cupo,
dove occhio del Cielo non penetra;

un Angelo, imprudente viaggiatore
tentato dall’amore del difforme,
che si dibatte come un nuotatore
in fondo a un incubo enorme

e lotta contro un risucchio
gigantesco che se ne va cantando
come i pazzi e piroetta
nelle tenebre (che funebri angosce!);

un infelice stregato
tra futili brancolamenti,
che cerca la luce e la chiave
per fuggire da un covo di rettili;

un dannato che scende senza lampada
sull’orlo d’un abisso dall’odore
che tradisce l’umido baratro
di scale eterne senza rampa

[/half] [halflast] dove vegliano viscidi mostri
dai grandi occhi di fosforo
che fanno la notte ancora più nera
e solo essi stessi visibili;

un vascello imprigionato al polo
come in una trappola di cristallo,
che ricerca il fatale stretto
per cui è finito là nel gelo;

– ecco il perfetto quadro d’un destino
irrimediabile, a emblemi netti!
C’è da pensare che il Diavolo
quello che fa, lo fa sempre bene!

II.

Che specchio di se stesso è un cuore
a tu per tu, limpido e fosco!
Che pozzo di verità chiaro e nero,
dove trema una stella livida!

Che faro ironico e infernale!
Che fiaccola di grazie sataniche,
unico sollievo e unica gloria!
-Ma è la coscienza nel Male!

[/halflast]